7 anni di Zandegù
7 anni di Zandegù
31 Ottobre 2019

7 anni di Zandegù


Ogni anno, quando si fanno gli anni, si fa un bilancio della propria vita. Dove sono arrivato finora, come mi vedo tra 5 anni, cosa vorrei fare ancora, di cosa mi pento.

Ogni anno, non solo faccio il mio bilancio personale, ma mi tocca anche quello di Zandegù, che festeggia in questi giorni i suoi 7 anni.

Io però quest’anno, non ho tanta voglia di farlo

Come già ti raccontavo in un post di luglio, questi sono stati mesi molto difficili. Da settembre le cose hanno ricominciato ad andare verso un posto un po’ più soleggiato, siamo moderatamente positivi e, grazie al cielo, non ci vengono i sudori freddi quando accediamo al sito della banca.

Io stavolta, invece del bilancio, vorrei fare una considerazione. 7 anni non sono moltissimi nel grande cerchio della vita. Ma non sono nemmeno pochi, se si considera che lavoriamo in un settore davvero inclemente, come quello della formazione/consulenza/creatività. Infatti, la maggior parte delle persone intorno a noi li percepisce come un grande traguardo e tanti si congratulano per essere arrivati vivi fino a qui. Come se fossimo ne L’odio di Kassovitz o in una puntata di The walking dead.

Quando mi dicono che siamo bravi e forti, penso che sì siamo bravi, siamo a tratti molto bravi (scusa se mi permetto questo momento un po’ arrogance, ma sento che mi capirai). E siamo forti, molto forti.

Come una sega circolare da banco

Però c’è una cosa in cui, almeno finora, abbiamo fatto faville come manco una sega circolare da banco: ci facciamo un culo a capanna.

Quello quindi che vorrei dirti, tramite questo post, è che è totalmente inutile sognare di fare i soldi mettendosi in proprio, di avere le copertine su Vanity Fair, di avere 40.000 follower su Instagram, di farsi arrivare a casa i regali dalle aziende, di diventare un brand di fama nazionale. È inutile sognare senza fare, intendo. È inutile pensare che grandi sogni si traducano automaticamente in realtà. Che grandi idee siano necessariamente buone idee. Che grandi aspirazioni significhino immediato successo.

La pappa pronta esiste solo nei Saikebon

Nella vita, e nel lavoro in particolare, nulla è mai dovuto, niente piove dall’alto.

Gli americani, che hanno sempre il dono della sintesi, dicono: No Pain, No Gain. Non c’è successo senza dolore. Non ci sono risultati senza fatica.

Ecco, noi Zandezii la sbatta, la fatica, il provare, il fallire, il tirare dritto, lo spremerci come limoni lo abbiamo proprio nel DNA.

Se pensi che basti una buona foto su Instagram a farti vendere, se sei convinto che alla gente interessi davvero qualcosa del tuo prodotto, se credi che bastino i ritagli di tempo per decollare, io ti dico: ti sbagli di grosso.

Uno su mille ce la fa

Oh, magari sei tra quei famosi pochi fortunati che ce la fanno. Ma il 90% delle volte i traguardi si raggiungono perché 1) sei bravo; 2) hai una fame e una voglia di faticare che manco i muli.

E bada bene: non è che questi due elementi ti garantiscano automaticamente il successo imperituro. Ti garantiscono di andare avanti bene, di svolgere il tuo lavoro con agio, ma non sarai mai immune dai temporali che ogni tanto la vita ci fa piovere addosso. Gli scivoloni verso il fondo del burrone e i fallimenti sono sempre da considerare, non si è mai davvero salvi, arrivati.

Quest’ultimo anno, come già ti dicevo prima, me l’ha ricordato davvero forte e chiaro.

Quindi per i prossimi 7 anni di Zandegù mi auguro:

1) di lavorare sempre duro; 2) di ricordarsi che gli anni di merda torneranno e dobbiamo essere preparati psicologicamente e praticamente per affrontarli; 3) che non sai mai niente, specie in questo settore, e quindi è tutto uno sperimentare, provare, inventare e creare per essere sempre più bravi.

Auguri di buon compleanno Zandegù: mi hai tolto tanto, mi hai dato infinitamente di più e non potrei essere più felice di quello che ho fatto insieme a Marco in questi 7 anni lunghi anni di sfide e bellezza.

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