Come_lavora_un_ufficio_stampa
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21 Dicembre 2018

A cosa serve un buon ufficio stampa

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Nella diretta di oggi parliamo del lavoro di ufficio stampa con Irene Roncoroni, che forse ti ricordi perché ha lavorato per noi per 3 anni. Ora si occupa di comunicazione integrata con Taglia e cuci off.

L’arte di arrangiarsi

I primi tempi, dell’ufficio stampa di Zandegù me ne occupavo direttamente io: cercavo email e numeri di telefono online, o sui colophon delle riviste o pietendoli ad amici vari. Una fatica! Scrivevo i comunicati stampa e li mandavo in massa e poi stop. Non facevo mai attività di recall. Cioè in pratica non coltivavo i miei contatti, non ci stavo dietro, ecc. Non avevo proprio fisicamente il tempo. Per la nostra esperienza in editoria, che è un settore molto tradizionalista, il ruolo dell’addetto stampa ci è sempre sembrato qualcosa di indispensabile e, quindi, appena abbiamo avuto qualche risorsa economica io e Marco abbiamo aperto una posizione da noi. Era il 2014. Con Nene, negli anni, abbiamo lavorato a un sacco di progetti di comunicazione, con tanta soddisfazione e grandi risultati.

Giggitale

Poi, come forse sai, la nostra comunicazione si è spostata sempre più verso il digitale, il video e i social. La necessità di una presenza sulla stampa tradizionale si è fatta meno forte e siamo tornati a lavorare soli. Però, secondo noi, l’addetto stampa gioca un ruolo fondamentale nel far conoscere aziende e progetti creativi e quindi oggi abbiamo parlato con Nene di come funziona il suo lavoro.

Qui trovi tutta la diretta da guardare. Sotto, invece, i punti salienti, scritti di mio pugno!

Chi è l’ufficio stampa e a cosa serve?

L’ufficio stampa non è davvero un ufficio (ahahahah!), ma è una persona che si occupa di intrattenere rapporti con giornalisti della stampa nazionale, locale, della carta, radio, televisione e web. È un lavoro di contatti, non solo nel senso di trovare i contatti giusti, ma nel curarli con una relazione costante. L’ufficio stampa serve per portare valore all’azienda o progetto per il quale si lavora. L’idea è quella di conoscere bene l’azienda, trovare una chiave di lettura e raccontarla con una notizia interessante per i giornalisti. Una notizia che, allo stesso tempo, valorizzi e promuova la realtà per la quale lavori.

Sono un freelance: quando mi serve davvero un addetto stampa?

Serve in varie fasi, per esempio all’inizio, quando serve la costruzione di una cartella stampa che racconti per bene la propria attività. La cartella stampa è una sorta di carta d’identità che racconta il brand in modo chiaro e completo, con parole accattivanti che conducono il lettore nella scoperta. Tu puoi servirtene liberamente, inviandola a chi vuoi o lasciandola a disposizione sul sito.

Quando ormai l’attività è avviata, un ufficio stampa serve durante gli eventi, che sono un’ottima occasione per entrare in contatto con interlocutori, spesso sul locale, con cui fino a quel momento hai parlato solo via email.

Inoltre, se la tua attività sta attraversando un momento di forte cambiamento e serve un consolidamento di immagine, il lavoro dell’ufficio stampa ti aiuta a consolidare la tua immagine e ad avere autorevolezza.

In generale, è il caso di assoldare un addetto stampa quando vuoi farti conoscere ma non hai il tempo di cercare i contatti stampa giusti. Ricorda che puoi assumerlo soltanto per progetti singoli, ottimo se non hai tanti soldini e non puoi permetterti un investimento continuativo.

Quali caratteristiche deve avere un addetto stampa?

Gli elementi che deve coltivare a più non posso sono: relazione, contatti, scrittura e strategia. Quali caratteristiche deve avere? Deve essere una persona equilibrata: da un lato serve tanto entusiasmo ed empatia, cioè la voglia di mettersi nei panni del proprio cliente; dall’altro serve quel distacco che permette di gestire le situazioni di stress tipiche dei grandi progetti. Il mondo della carta stampata è molto rutilante (spazi che saltano o si aprono, tempistiche strettissime per gli articoli) e questi ritmi possono scoraggiare i tuoi clienti: in questi casi sei proprio tu che devi mediare.

Inoltre, l’ufficio stampa deve essere curioso, deve andare agli eventi, leggere tanto, essere ricettivo, aggiornarsi, capire come certe notizie vengono trattate sui vari canali stampa, chi se ne occupa, eccetera.

Ma oggi che i social la fanno da padrone, quanto serve davvero finire sui giornali?

Dipende dai tuoi obiettivi ovviamente. Se la tua comunicazione si basa sull’online potrebbe non avere tanto senso. Se invece stai lanciando un evento, magari uscire sul locale può aiutarti a raggiungere un nuovo pubblico. Inoltre, carta, radio e tv hanno una visibilità importante, che è bello rigiocarsi sui social: scatta una foto di un articolo che parla di te e ricondividila su Facebook o Instagram.

Quali sono le agenzie da guardare per prendere spunto, secondo Nene?

Irene ci ha consigliato alcune agenzie molto interessanti, per progetti seguiti e presenza online. Eccoli, buttaci un occhio perché possono esserti di ispirazione anche per la tua comunicazione o i tuoi eventi.

  1. Babel Agency, che ha seguito la comunicazione del Salone del libro di Torino e si occupa di promuovere autori e festival, fondata da Maddalena Cazzaniga.
  2. La milanese Luisa Bertoldo che si occupa di cultura, design e moda e ha una presenza su Instagram molto interessante.
  3. MaybePress, più piccola come dimensioni, ma con una serie di bei clienti radicati sul territorio piemontese.

 

Spero che questo post ti sia stato utile! È l’ultimo del 2018 :) Ci rileggiamo il prossimo anno!

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