Marianna con un cuore
Marianna con un cuore
27 Settembre 2018

Amare il tuo lavoro anche quando lo odi

Mettersi in proprio ha molto in comune con l’innamoramento. Senti le farfalle nello stomaco, vedi il tuo lavoro bellissimo, intelligentissimo, simpaticissimo, insomma: senza difetti. Senti questo amore sconfinato che ti esplode dentro e ti dà una carica pazzesca per curare il tuo progetto: ti senti capace di fare tutto, di scalare montagne, di stare ore e ore sveglio senza riposare.

Bollette bollenti

Poi l’innamoramento, quando è serio, diventa convivenza e bollette da pagare, panni da stendere, genitori da andare a trovare, lutti, matrimoni, battesimi, nascite, rotture di scatole, raffreddori, litigate, porte sbattute.

La passione ci fa partire di slancio. Poi arriva la quotidianità ed è tutto un altro campionato. L’abbiamo detto milioni di volte: la passione non basta. Sai che novità.

È un duro lavoro, bla bla bla

E finisce che è un attimo che uno si scoraggia. Perché è vero che ce lo siamo scelti noi, che è un bel lavoro, che ci piace e tutto. Ma ragazzi, stiamo sempre parlando di lavoro. Per quanto possa essere divertente, ci saranno giorni dove ti farà schifo, dove tutto ti sembrerà troppo, dove non avrai voglia di svegliarti al mattino, dove penserai “Che palle!”. È umano, e non c’è niente di male. Non significa certo che tu voglia meno bene al tuo lavoro.

Quindi, a questo punto, come fare a tenere alta la barra quando l’innamoramento finisce e tu devi far quadrare i conti, pubblicare i tuoi contenuti sui social, promuovere in modo costante i tuoi prodotti o servizi? Tra qualche settimana saranno 6 anni di Zandegù. Un bel traguardo. E, come tutte le storie d’amore, anche noi due abbiamo avuto i nostri alti e bassi. Come ho fatto a non scoraggiarmi e a non mollare mai di fronte alle difficoltà?

L’ho fatto così. Come al solito, non sono ricette buone per tutti, ma magari ti riconosci in alcune delle cose che racconto e ti possono dare conforto.

Voler bene alla noia

Anche se fai un lavoro mega creativo e stimolante (come può essere Zandegù), le giornate di lavoro si assomigliano un po’ tutte. Anche i lavori creativi, forse soprattutto quelli, hanno bisogno di routine. La routine è bella. Io mi ci sono affezionata. La noia per me vuol dire che tutti i giorni devo fare quel minimo di cose che sembrano banali e ripetitive, ma sono quelle che tengono in piedi Zandegù. Sento che sto facendo il mio dovere, che porto a casa la pagnotta, che mi impegno per far crescere la mia attività, che non sono una mente che fa solo voli pindarici, ma una mente che crede in una cosa semplice: i soldi si conquistano lavorando duro, giorno dopo giorno. La noia porta soldi. Vederla così aiuta a lavorare con uno scopo ben preciso in mente.

Trovare spazi di creatività

Certo, però, non può essere tutto un “Che barba, che noia”. Troppo non fa bene. Quindi, io ti consiglio di coltivare un orticello di creatività. Nuove strategie sui social, nuovi contenuti, formazione, nuovi prodotti (non troppi, eh? Magari 1 o 2 nuovi in un anno), collaborazioni con altri professionisti, eventi da organizzare. Mettersi in gioco e allenare le idee aiuta a sentirsi creativi, realizzati, aggiornati e a pensare fuori dagli schemi.

Saper aggiustare il tiro, senza stravolgere tutto

Pensare fuori dagli schemi torna molto utile quando le cose non vanno bene. E capiterà: tutti i lavori hanno dei momenti “no”. Sono quei momenti in cui ti sentirai talmente giù da rivoluzionare tutto il tuo business e la tua comunicazione. O quando penserai: “Ho sbagliato tutto, chiudo!”. Ecco, don’t panic! Quando capitano i periodi neri è il momento di usare le tue risorse di cazzutaggine + creatività per trovare soluzioni sensate, per te e il tuo pubblico, adatte a parare i colpi e a tirarti su. Tutti inciampiamo. Bisogna però sapersi rialzare. Se alcuni contenuti (newsletter, video, foto, social) li hai pensati male, non ti angustiare: rivedi la tua strategia di comunicazione e migliorarla. Se i tuoi servizi non vendono più come prima, rifletti: potresti aggiornarli, archiviarli, pensarne di nuovi? Se i tuoi prodotti restano in magazzino, puoi ripensarli, fare delle svendite, crearne di nuovi? Non farti mai prendere dall’ansia di stravolgere tutto: quando si è stanchi o molto agitati si prendono spesso decisioni pessime. Lascia passare l’ansia, fermati a riflettere per bene e procedi. Se necessario chiedi consulenze, confrontati, ascolta i tuoi clienti, per capire come migliorare. Implementa i cambiamenti piano piano, datti il tempo per testare se funzionano. Non cambiare le carte in tavola ogni 5 minuti e non fare trasformazioni drastiche di cui potresti pentirti.

Zandegù è come il pane

Ecco, io in questi 6 anni ho sempre agito così. Ci ho messo 6 anni per mettere a fuoco il mio modus operandi. Ma è così che mi comporto: la routine tiene in piedi Zandegù, le mie idee e la mia sete di novità danno linfa per i progetti futuri, il mio senso critico e l’esperienza mi aiutano a superare i momenti bui senza farmi prendere dal panico (4 anni fa invece era tutto il contrario e facevo casini senza senso).

Grazie a queste tre cose, per ora, siamo ancora in piedi, sani e felici. È un amore complicato, turbolento, faticoso, quello con Zandegù. Ma quando la passione va via e non si limona più come 15enni assatanati, l’unica è prendere tutto quel sentimento e usarlo un po’ come il lievito madre: tu ci metti qualcosa e lui cresce; lui è buono per farci il pane e ti nutre e ti tiene in piedi.

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