Concentrarsi
Concentrarsi
2 Novembre 2017

Concentrarsi

Se lavori solo e/o non hai uno staff sterminato, ti ritrovi a occuparti di tante cose differenti. Mansioni che, normalmente, in una grande azienda, sarebbero svolte da tante persone differenti. E che tu invece sbrighi da solo. A volte in contemporanea.

Il multitasking esiste o non esiste?

Tanti dicono che il multitasking è un mito, che è una cosa non praticabile nella vita vera, che causa disordine e problemi. Però, volenti o nolenti, tutti abbiamo dovuto provarci.

Magari uno non fa proprio tre cose insieme nello stesso esatto momento, ma tre cose diverse in una giornata sì (forse anche 6 va’).

Per dire, a me, in una giornata tipo, capita di occuparmi: di scrivere un post per il blog, di scattare le foto per Facebook, di sentire Irene per coordinarci per gli altri social, di leggere un nuovo manoscritto, di fare le fatture, di rispondere alle email, di fare accoglienza ai corsi, di mandare in stampa qualche flyer, di programmare i prossimi eventi.

Ketchup!

Capisci? Un delirio. Io sono sempre stata famosa per la mia indole proto-nazista, metodica, cattiva e precisa. Ma ammetto che negli ultimi tempi – sarà la vecchiaia, sarà lo stress, sarà, sarà quel che sarà – sono in difficoltà, perdo colpi e non sono più tanto concentrata, sono un ketchup diciamo.

La concentrazione a mille, ogni singolo secondo di ogni singolo giorno, è necessaria se sei in proprio ma è anche enormemente stancante. Quando la sera dico a Marco che ho il cervello in pappa, è proprio un dato di fatto. Mi sembra di avere del semolino che galleggia nella mia scatola cranica.

Ultimamente, poi, mi sembra di essere sempre peggio: ho persino pagato due volte lo stesso F24 di ritenuta d’acconto! Vabbè, la commercialista mi ha detto che recuperiamo i soldi a credito, però che PALLE! Insomma, quando arrivi a pagare le tasse due volte c’è proprio qualcosa che non quadra.

Qui si poga, gente!

Il problema della mia recente scarsa concentrazione è che mi si affastellano in testa troppe cose da fare. Sembra un pogo selvaggio a un concerto dei Minor Threat e la security la fanno delle damine di un romanzo di Jane Austen: impegni, cose da fare, appuntamenti, pagamenti che sbattono tutti uno contro l’altro con gran foga e io non so bene come arginare la folla a causa del corsetto che mi impedisce i movimenti.

3 cose che faccio per concentrarmi

Per riacquistare un po’ di lucidità, però, punto su alcune cose che, almeno con me, funzionano sempre:

  1. passeggiare: d’accordo, Torino è molto inquinata e forse i miei polmoni non ringraziano, ma i miei neuroni sì. Anche se cammino per i viali e non per parchi e campagne, camminare e, nel mentre, riordinare le cose da fare mi aiuta moltissimo. Di solito trovo nuove soluzioni, mi rendo conto che mi agito per niente, mi tornano alla mente cose davvero molto più urgenti che dovrei fare e che ridimensionano le altre;
  2. bere un caffè: vabbè, la verità è che bevo 4/5 caffè al giorno, ma il fatto è che la caffeina mi aiuta tanto. A tenermi sveglia in primis. Ma poi proprio l’atto di alzarmi dalla scrivania, mettere su l’acqua nel bollitore, tirare fuori il Nescafé (io sono addicted dall’Azera che è super profumato e intenso), prendere la mia tazza con la Z e mescolare… tutta questa serie di passaggi mi fa staccare per un attimo dalla routine e mi rinfresca il cervello. Nescafé poi è nostro amatissimo sponsor e non potevo chiedere di meglio per prendermi una pausa e concentrarmi ogni santo giorno, anche perché #itallstartswithanescafé;
  3. cantare a squarciagola per una quindicina di minuti: sì, amo cantare. Non ho certo l’ugola d’oro di Céline Dion, ma mi piace e lo infliggo a tutti. Persino ai miei vicini! Non canto solo la sigla del Talk Shocco ma anche un sacco di altre cose. Nella mia playlist dello sfogo non manca Killing in the name dei Rage against the machine. In quella della concentrazione a tutti i costi, c’è sempre Rhapsody in blue di George Gershwin (che, oltretutto, mi carica anche tantissimo).

 

Insomma, so che non sono dei metodi tanto innovativi né davvero risolutivi, però si fa come si può. Sarebbe bello staccare una settimana al mese per andare in Polinesia, ma purtroppo il business degli ebook non è così florido! Però dai, almeno da questi ultimi mesi di caos cerebrale, ho capito che l’efficienza non stop alla fine non fa per me. O almeno non 24/7. Ogni tanto soccombo anche io, e non voglio punirmi per questo mio essere imperfetta. Anche perché: cazzo, se sono imperfetta!

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