11 Marzo 2021

Quanto mi faccio pagare?

Lo ammetto, il titolo potrebbe essere un click bait. Dico “potrebbe”, perché io non ho la risposta. E poi perché dipende da un trilione di fattori. E sono qui proprio per parlarne un po’ con te, di questi fattori.

Così, magari, dal confronto, ti fai qualche domanda in più che ti aiuta a capire meglio quanto farti pagare.

Cosa vendi

Sembra una banalità ma il prezzo si stabilisce dal prodotto che proponi. Se vendi borse in coccodrillo arcobaleno del Borneo, probabilmente costeranno una fucilata (e certo, non sono per nulla eco-friendly), perché se le vendi a 25€ il cliente non penserà mai che siano di vero cocco o di alta qualità.

Se vendi locandine realizzate su Canva, difficilmente potrai farle pagare come quelle stampate su carta di qualità e su disegno originale di un artista affermato, sennò nessuno le comprerà ritenendole un furto.

Quindi tu come ti collochi? Sei un brand luxury o low cost?

A chi vendi

Chi sono le persone che dovrebbero aprire il portafoglio per te? Diciamo che tu fai siti web per piccoli artigiani. Sarà difficile vendere a questo tipo di target dei siti altamente performanti e pieni di gingilli da 5.000€ + iva.

Se offro tour di Firenze, alla scoperta delle boutique e dei ristoranti più chic della città, non potrò avere come staff dei giovani e dinamici ragazz* in maglietta e sneakers, perché non darebbero valore e credibilità al mio servizio e il cliente si sentirebbe fregato. Meglio pensare sempre al cliente finale.

Esperienza

Da quanto tempo lavori? Hai studiato? Hai esperienza? Hai lavorato con tanti brand? Piccoli? Grandi? La tua seniority e la tua esperienza sicuramente incidono sul prezzo finale.

Una mia strategia oggi non costa certo come due anni fa.

Se fai la social media manager e hai più di 5 anni di esperienza, costerai di sicuro più di una collega che ha appena iniziato.

Troppo poco?

Riallacciandomi al discorso di prima, chi è agli inizi, pur di prendere lavoro, è disposto ad accettare budget da fame. O, nella paura di non avere richieste di preventivi, di vendere un logo a 150€ o un corso di 10 ore a 50€ tutto compreso.

Ecco, no! Ribassare i prezzi inquina il mercato e rovina le cose a tutti. Il cliente non capirà mai come sia possibile che un logo possa costare 2.000€, se fatto da un’agenzia o da un professionista affermato. Penserà ci sia qualcosa sotto, che lui di certo non si fa turlupinare, che ha un cugino che glielo fa a molto meno. E si abituerà a pagare poco un lavoro di alto intelletto. E tu farai una fatica pazzesca ad alzare i prezzi, in futuro.

Pagamento orario o a progetto?

Io non sono mai riuscita a fare un preventivo a ore. Anche perché è veramente difficile per i lavori di consulenza calcolare quante ore impieghi. E se ce ne metti molte di più (spoiler: sono sempre di più)? Poi ti senti di aver lavorato per una miseria. Se quel mese vai come un treno e ce ne metti meno, cosa fai: uno sconto?

Il prezzo orario, poi ha il difetto che si scontra spesso con la realtà. Cosa intendo? Facciamo un esempio. Tu fai le grafiche per i social di un negozio di abiti della provincia di Rovigo. Per loro calcoli di lavorare 5 ore la settimana a 50€ l’ora. Sono 250€ alla settimana che fanno 1.000€ per un mese. Quale negozio di abiti di provincia può realisticamente far uscire 1.000€ al mese solo di grafiche?

Oppure: ti chiedono un servizio fotografico per un neonato. Tu conti di farti pagare 20€ l’ora per 4 ore di lavoro. Sono 80€ totali. Un servizio fotografico vale solo 80€?

I miei lavori sono sempre a progetto. Calcolo la complessità del lavoro (previa indispensabile telefonata col cliente), tutte le attività da svolgere, aggiungo le mie competenze e calcolo il prezzo che penso sia corretto. E per “corretto” intendo: adatto al mio pubblico ma che ripaghi con dignità la mia esperienza e impegno.

Sconti

Se si lavora con clienti storici, con amici, con conoscenti, con clienti che ci interessa agganciare sperando arrivino molti altri lavori in futuro, possiamo essere tentati di fare degli sconti sul preventivo. E ci sta, ci mancherebbe. È anzi una cosa gradita. Però non eccedere. Se fai uno sconto esagerato e, quando arriva il momento del secondo lavoro, mandi un preventivo doppio, sicuramente il cliente avrà da ridire. Meglio tenersi tra il 5% e il 20% a seconda dei casi e della cifra totale.

Urgenze

Il tempo contato si paga. Lo paghiamo noi che dobbiamo lavorare con l’acqua alla gola e i clienti che ci pressano. La paga il cliente con i suoi soldi: se vuoi un progetto in pochissimo tempo, ti farò pagare l’urgenza. Perché magari ti devo mettere avanti ad altri lavori o preventivo di lavorare sere e weekend per rispettare la dead line molto serrata che mi hai imposto.

Ora tocca a te!

Tu come calcoli il tuo prezzo? Hai mai avuto difficoltà a fare un preventivo? Come ti regoli di solito? Raccontamelo che sono curiosissima di sapere la tua esperienza.

Noi ci vediamo prossimamente qui o, se ti va, in classe per i corsi di marzo e aprile! Occhio che ci sono anche il corso sul business model, quello sulla SEO e quello sulla newsletter!

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