14 Maggio 2019

Quanto tempo serve per una foto su Instagram

Oggi ti voglio raccontare il lungo processo che sta dietro una delle nostre foto per Instagram. Dalle riunioni allo shooting, dalla post-produzione alla postata, trovi tutto nel video qui sotto.

Ma è sempre stato così?

La prima foto che abbiamo postato su Instagram, come Zandegù, è del 4 gennaio 2013.

Io non avevo un mio profilo e manco lo smartphone, solo un Nokia simile a un BlackBerry. Marco invece era su Instagram dalla primissima ora e lo adorava. Quando abbiamo aperto il profilo non avevamo una strategia in mente. Infatti Marco postava alcune sue foto “scartate”, quelle con scritte buffe e strafalcioni trovati su pubblicità, insegne di negozi, giornali. Pubblicavamo la foto così, nuda, senza scrivere una didascalia. Non ci pareva necessaria. E figuriamoci se pensavamo agli hashtag!

Ma cos’aveva di bello, poi, ‘sto filtro Valencia?

Col tempo lo abbiamo popolato di scatti più personali, foto dei corsi, qualche piccolo dietro le quinte. Un sacco di filtri Valencia porca miseria e dei copy parecchio svogliati e scritti alla veloce. Nel 2015 per noi Instagram era un mondo ancora sconosciuto. Le cose importanti, infatti, si facevano su Facebook e così il motore di Instagram girava sempre un po’ al minimo.

Un annetto dopo però era già tutto diverso e Instagram ha iniziato a esplodere. Mi sono resa conto che era il momento di metterci più pensiero, così Marco, io e Irene – che all’epoca lavorava per noi come ufficio stampa – abbiamo fatto un corso di fotografia con Vanessa Vettorello: volevamo migliorare nella tecnica per postare foto più curate. E da lì è nato il primo calendario di contenuti.

Le foto erano ancora molto spontanee, per quanto fossimo diventati padroni di concetti come il bilanciamento del bianco e la regola dei terzi.

Un cambio radicale

Durante una lunga consulenza di comunicazione abbiamo impostato, per la prima volta, una strategia davvero precisa. Era il 25 settembre 2017 e partivamo per la nostra vera avventura con Instagram. Il social stava diventando sempre più popolare. Era tempo di giocare in serie A.

La strategia era semplice: coniugare lo spirito ironico con il colore super pop. Che fare? Ogni settimana 5 scatti di un solo colore. 5 giorni di giallo, poi 5 giorni di fucsia, poi 5 di rosso, di blu e via così. Paletti stretti ma molto stimolanti.

Irene veniva da noi una volta a settimana e scattavamo le foto tra una riunione e l’altra. Il fatto che Nene non fosse immersa giorno e notte nel mondo Zandegù aveva un pro e un contro: uno sguardo sempre fresco; copy molto professionali ma un po’ freddi.

A gennaio 2018, le nostre strade lavorative si sono separate e ci siamo trovati nella necessità di trovare qualcuno che ci aiutasse con Instagram, che a questo punto era il social sul quale puntavamo tutte le nostre fiches. Visto che negli anni avevamo collaborato tante volte con Vanessa, abbiamo deciso di coinvolgerla anche in questo progetto.

L’arrivo di Vanessa

Avere una fotografa professionista che si occupa delle foto è un’esperienza incredibile: la cura è senza paragoni, le idee sempre altissime, la voglia di sperimentazione raggiunge le stelle. Scattavamo una volta a settimana, per circa 5 ore. A livello testuale, ho deciso finalmente di metterci del mio, inserendo episodi capitati in ufficio, aneddoti personali, un tono di voce caldo e spontaneo.

Però, dopo un paio di mesi con Vanessa, ci siamo resi conto che per noi non era sostenibile investire così tanto tempo e lavoro su un solo canale social. Abbiamo scelto di semplificare le cose, tenendo sempre il pattern arcobaleno come filo conduttore del nostro Instagram.

Facciamo le cose in casa

Più o meno a marzo 2018, la direzione creativa delle foto è passata nelle mani mie, di Alessandro e di Enrico. Stavolta, con due vantaggi: tempi più veloci di produzione e fotomontaggi deliranti ed estremi. Ed eccomi con un pomodoro gigante in mano, a scalare un pandoro, a diventare Young Signorino per un giorno! Con questo nuovo assetto da guerra abbiamo mantenuto invariato il tema del colore, ma abbiamo spinto sull’acceleratore di una cosa importantissima: la stupidera!

Abbandonare la gabbia colorata

Ed eccoci arrivati alla fine di questa epopea che racconta l’evoluzione del nostro profilo Instagram: a settembre 2018 abbiamo deciso di abbandonare l’impostazione arcobaleno del profilo. Oggi scattiamo sempre foto coloratissime, divertenti e con tanti fotomontaggi. In un anno di lavoro siamo passati da 2.500 a 4.700 follower organici, senza mai fare pubblicità o comprare like o follower. Sicuramente a questa crescita hanno contribuito anche le IG Stories che abbiamo iniziato a produrre in modo costante e ragionato da un anno e mezzo circa. E chissà cosa ci aspetta per il futuro, con tutti i cambiamenti che Instagram ha in serbo per i prossimi mesi (dal conteggio dei like oscurato, ai filtri AR customizzabili, al profilo Creator per gli influencer).

Cosa puoi imparare (se qualcosa da imparare c’è?)

Scrivere questo post mi ha fatto notare quanto le cose siano cambiate radicalmente nel giro di 6 anni. Da una manciata di post casuali, a ore di lavoro (come raccontiamo nel vlog) per un singolo scatto (ragionato, condiviso, elaborato, modificato, postato). Quello che penso si possa dedurre è semplicemente questo: per fare le cose per bene e per crescere servono molta pazienza, molti tentativi, molti cambi di direzione e tantissimo lavoro. I risultati non cadono dal cielo. Come sempre c’è da farsi il mazzo.

E tu? Ti va di raccontarci come è cambiato il tuo profilo Instagram negli anni? Come lavori alle tue foto?

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